"Eh ma tu vedi tutto o bianco o nero, in realtà c'è tutta una sfumatura di grigi che..."
Che niente, il grigio non esiste.
Il bianco non è un colore, è la somma di tutti i colori.
Il nero non è un colore, e' l'assenza di ogni colore.
"E poi, e poi, gente viene che ti dice" cantava Guccini.
Gente viene che ti dice: "che palle con sta storia dei femminicidi... ci sono sempre stati" (anche i tumori, eppure si cerca di trovare delle nuove cure, avete mai visto un medico dire: 'mi spiace ha un tumore ma non la prenda sul personale, sa quanti ne sono morti?')
Nella mia via vivono molti cani. Ogni volta che passo per strada si scatenano gli abbai che reclamano il possesso del territorio.
Cane 1: bau bau bau ("cosa fai qui?! È' tutto mio!")
Cane 2: bau bau bau bau ("cosa dici? E' tutto mio!")
Cane 1: bau bau bau bau bau ("stai zitto che è meglio, sono qui da prima di te!")
Quando prenoto una visita medica si ripete sempre la stessa scena. La centralinista non capisce il mio cognome.
"Lubrano"
"Luvrano?"
"No Lubrano"
"Ma è il nome?"
(Ottimo spunto, chiamare mio figlio Lubrano Lubrano sarebbe da Nobel)
Quando eravamo bambini io e mia sorella la sera aspettavamo alla finestra che tornasse nostro padre. Lo guardavamo parcheggiare la sua 127 gialla (erano gli anni settanta) e siccome parcheggiava malissimo (come me, parcheggiare male e' genetico) gli facevamo il verbale e la multa su un foglietto di carta.
Eravamo stronzi già prima dei social.
Guardavamo senza aiutare già prima, per poi raccontarlo al bar. Adesso facciamo il filmino e lo mettiamo sui social. Ma poco cambia.
Stronzi eravamo e stronzi rimaniamo.
Quale libro stavi leggendo? Lo finirò io per te.
Quale progetto avevi in mente? Lo completerò io per te.
Quale viaggio volevi fare? Viaggerò io per te.
Quali preoccupazioni avevi? Le risolverò io per te.