L'urbano

Quando prenoto una visita medica si ripete sempre la stessa scena. La centralinista non capisce il mio cognome.
"Lubrano"
"Luvrano?"
"No Lubrano"
"Ma è il nome?"
(Ottimo spunto, chiamare mio figlio Lubrano Lubrano sarebbe da Nobel)
"No il nome e' Fabio, il cognome e' Lubrano"
"Luviano?"
(Ma porca miseria, e ancora non ho la dentiera! Cosa sarà tra dieci anni?!)
"Lubrano come mi manda Lubrano, la trasmissione"
"Non conosco..."
(Giusto, e' giovane)
"Lubrano, con la B di Boris"
"Boris?"
"Bologna"
"Ah ok, quindi Lubiano"
(Oh mio dio, adesso mi registro magari è colpa mia, io penso di scandire bene le parole e invece no, e' come dicevano Hume, Pirandello e Max Pezzali)
"No Lubrano"
"Lurano, ok" (la b è misteriosamente scomparsa)
A quel punto decido di giocare il jolly. La psicologia inversa:
"Lubrano, come lo scrittore"
"Ah ok!!!!"
Funziona, non avevo dubbi, non vuole passare per ignorante. I mie libri non li leggono neanche i miei parenti, figuriamoci lei. Ma funziona sempre. Poi chissà cosa ha scritto. Domani in sala d'attesa sentirò dire Viviano, Urbano, Lulano, Giuggiuliano!
E io dovrò dire: sono io!
Ecco, sul lavoro uguale, nei colloqui.
"Che metodologia di project management utilizza?"
"La Lurano, quella usata dai colossi come Amazon, per intenderci"
"Assunto"
Ecco il problema è' dopo. Quando ti chiedono di mostrargli la tecnologia Lurano.
Se invece hai detto fino alla morte Lubrano, come lo scrittore, puoi regalargli i tuoi libri. E se avevano capito male cavoli loro.
La risonanza magnetica cerebrale intanto sei riuscito a ottenerla.
E poi sia quel che sia.